24 Giugno 2017

Tornare a casa

Ormai è quasi un mese che abbiamo riaperto le porte ed i nostri scuri azzurri e bianchi. Trenta giorni in cui il sole filtra dalle finestre e riscalda tavoli e stanze.

Le prime settimane anche la stufa a legna della sala aiutava a riscaldare l’ambiente freddo ed umido dopo un inverno di “letargo”. Stufa attorno alla quale tutti si sedevano volentieri alla sera per rubare un po’ di calore, mentre ora le temperature esterne sono così alte da mantenere la nostra casa calda anche per tutta la notte.

Le scale hanno ripreso a suonare grazie allo scricchiolio dei passi degli ospiti che salgono e scendono per il rifugio e camere e camerate nuovamente illuminate dai colori dei cuscini e dei piumoni. La terrazza non più spoglia e vuota ma con tavoli e panche per far sedere tutti comodamente cercando di farsi coccolare dai raggi del sole mentre si contemplano le montagne e la natura circostanti.

Non sembra mai un aver riaperto, un essere ritornati quassù perché appena la porta è nuovamente spalancata mi sento come se non l’avessi mai chiusa. Il nostro piccolo mondo riparte come se nulla fosse cambiato, la nostra casa si rianima e gli amici riprendono a solcare l’entrata mentre li accolgo salutandoli con una stretta di mano o un abbraccio.

Tutto sembra essere esattamente come il giorno prima. C’è una piccola differenza però, il giorno prima era ottobre dello scorso anno ed allora è la frase degli amici che ti fa capire che sei mancata che sei stata via per qualche tempo lasciando spopolata la casa alta;  una frase che nonostante sottolinei un assenza, tuttavia ti riempie il cuore di gioia ….

BELLO RIVEDERTI QUASSU’